Archivio di marzo 2012

è primavera!

mercoledì 28 marzo 2012

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è uno dei momenti in cui mi piace di più vivere “in campagna”! Vi suggerisco tranquille passeggiate appena fuori dal centro di Volpiano ma anche nel centro stesso si trovano alberi fioriti che spuntano dai muri di cinta;  a piedi o in bici girare un po’ qua e là è una vera delizia. E chi ha più buona volontà può salire sulla Vauda e approfittare dei sentieri risistemati (anche adesso gli operai stanno lavorando col contributo delle associazioni per prepararne altri). C’è chi ci va da solo, con pochi amici e anche chi si organizza per passeggiare in compagnia, anche durante la settimana, se vi interessa potete sicuramente trovarli. E, in anteprima, vi posso annunciare che a maggio ci sarà una giornata tutta dedicata a questi sentieri.0a24abf7aa6c3a32ef70b6011c524a9d

Gli argenti esposti a Palazzo Madama

martedì 27 marzo 2012

Una visita agli argenti, esposti a Palazzo Madama dal 16 marzo, rievoca una pagina di storia italiana di alto profilo internazionale, forse, per una gran parte di noi, abbastanza sconosciuta. L’articolo è un po’ lungo, e di questo chiedo scusa, ma vale davvero la pena leggerlo fino in fondo.

Facciamo un passo indietro nel tempo di 150 anni più uno: siamo nel 1861 e questa volta non parliamo dell’Italia, ma degli Stati Uniti d’America. Sì perché mentre in Italia si completava l’unione della Penisola, negli Stati Uniti scoppiava la guerra di secessione tra gli stati del Nord (Unionisti o yankee) e quelli del Sud (Confederati o dixie).

Quale nesso lega i due avvenimenti?

Riavvolgiamo ancora il film della storia fino ad arrivare intorno al 1830: in quegli anni nacquero, negli stati del nord dell’Unione, i primi segnali volti all’abolizione dello schiavismo. Gli stati del nord, infatti, avevano una vocazione industriale e ottime infrastrutture ferroviarie per i trasporti, mentre quelli del sud, aristocratici e militaristi, fondavano la loro economia sulla coltivazione del cotone con manodopera schiavista e sul commercio navale del prodotto.

Queste idee antischiaviste si coagularono nel 1854 con la nascita del Partito Repubblicano che ne adottò la politica: il suo candidato, Abramo Lincoln, il 6 novembre 1860 venne eletto presidente.

La nostra storia comincia proprio l’anno successivo, nel 1861: questa data diventerà molto importante per l’apprezzamento finale dell’intera storia.

Molti revisionisti non sono più totalmente d’accordo sul casus belli, ovvero che il motivo scatenante sia stato solo l’abrogazione dello schiavismo su cui si fondava l’economia del sud e la ricchezza dei proprietari terrieri, tuttavia, allo stato attuale delle conoscenze storiche, si fa risalire proprio a questo fatto la nascita del conflitto.

Elemento cruciale da segnalare in questo contesto è la proclamata neutralità della Gran Bretagna, che, se pure era antischiavista, forse intravedeva nel Nord un emergente attore economico e politico di primo piano. Temendo forse una diminutio del proprio ruolo sullo scacchiere internazionale, parteggiò per i Confederati fornendo loro supporto tattico e logistico nei porti ancora sotto il suo controllo: qui infatti venivano trasformate le navi dei sudisti in vascelli da corsa: una di queste navi corsare si chiamava Alabama.

Com’è noto, vinse il Nord e nel 1865 si pose fine alle ostilità.

Tuttavia gli Stati Uniti reclamarono nei confronti della Gran Bretagna (ufficialmente neutrale, ancora una volta è da sottolineare)  soddisfazione dei danni che queste navi corsare, in particolare l’Alabama, avevano loro causato durante il conflitto. La tensione saliva anno dopo anno e uno scenario di guerra era ormai tangibilmente alle porte. Nel 1871 si risolse di affidare la soluzione del lodo ad un tribunale arbitrale composto da cinque giudici: due sarebbero stati nominati rispettivamente dagli Stati Uniti e dalla Gran Bretagna,uno per parte, e gli altri tre scelti tra altre potenze internazionali.

Il primo, al quale fu richiesto un giudice, fu il Re Vittorio Emanuele II°! L’Italia non aveva che dieci anni di vita, sicuramente altri Stati sovrani avrebbero potuto avere maggiori chanche per essere scelti, tuttavia tale era il nostro prestigio a livello internazionale: la scelta del re cadde sul conte Federico Sclopis.

Gli altri due membri sarebbero stati forniti dalla Confederazione Elvetica dove si sarebbe insediato il tribunale e cui s’immaginava affidare la presidenza dei lavori, l’altro membro sarebbe stato indicato dall’Imperatore del Brasile.

Alla prima seduta le due parti in causa risolsero, all’unanimità, di affidare la presidenza al conte torinese: ecco quale era la statura internazionale di quell’uomo. L’anno successivo fu votata la sentenza (con la sola astensione – peraltro motivata con grande garbo e profondo rispetto – del membro inglese) che obbligava la Gran Bretagna a risarcire gli Stati dell’Unione con 15 milioni di dollari-oro dell’epoca!

Pur condannati al pagamento di un importo di così grande dimensione finanziaria, anche lo stesso esponente del governo di Sua Maestà britannica, unitamente al mondo politico internazionale, convenne sull’estrema chiarezza, la precisione e il rigore delle argomentazioni apportate.

Gli argenti del servizio Tiffany, opera di Eugène Soligny, esposti a Palazzo Madama, e con questo ritorniamo all’inizio della nostra storia, sono il ringraziamento da parte del Governo degli Stati Uniti all’altissimo profilo del nostro conte Sclopis. Anche la regina Vittoria apprezzò allo stesso modo “la dignità, dottrina, abilità e imparzialità con cui eseguì a Ginevra i suoi ardui incarichi” e   donò una fioriera degli argentieri londinesi Garrard, fornitori di corte.

Gli “Alabama Claims” ancora oggi vengono considerati un fondamento nel diritto internazionale orientato alla soluzione giudiziaria delle controversie internazionali, e sono codificati nella Carta dell’Onu. Il favore verso l’arbitrato crebbe progressivamente nel tempo. Dopo  una prima costituzione di una Corte permanente di arbitrato, si andò verso l’istituzionalizzazione al più elevato grado, realizzando la Corte internazionale di giustizia. La Corte dell’Aja è anch’essa, in misura rilevante, figlia dell’arbitrato del conte Sclopis.

Questi sono i personaggi che ci devono far andare fieri di essere Italiani.

Luciano Garombo

PRIMAVERA – Una luce esiste

martedì 27 marzo 2012

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“La poesia serve per nutrire quel granello di pazzia

che tutti portiamo dentro,

e senza il quale è imprudente vivere”.


Una luce esiste in Primavera

Non presente nell’Anno

In qualsiasi altro periodo

Quando Marzo è a malapena qui

Un Colore sta là fuori

Su Campi Solitari

Che la Scienza non può cogliere

Ma la Natura Umana avvertire.

Aspetta sul Prato,

Mostra il più remoto Albero

Sul più remoto Pendio che conosci

Quasi ti parla.

Poi quando gli Orizzonti si avviano

O i Mezzogiorni replicano lontani

Senza Formula di suono

Passa e noi restiamo

Un senso di perdita

Intacca il nostro Contento

Come se un Commercio s’insinuasse d’un

Tratto

In un Sacramento

Emily Dickinson

Buona Primavera

Daniela B.

Gustavo Rol – Una Vita di prodigi

sabato 17 marzo 2012

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Ho avuto modo di leggere alcuni libri su Gustavo Rol, straordinario e grandissimo  personaggio di cui avevo sentito parlare, ma non avevo avuto modo di approfondire. Nacque a Torino il 20 giugno 1903, giorno della Consolata, alla quale sarà devoto tutta la vita. La sua famiglia è agiata, il padre è il direttore della Comit, prima a Londra e poi a Torino. La sua è una delle famiglie più in vista della buona borghesia piemontese. Abita in un grosso appartamento in Corso Duca di Genova (oggi Stati Uniti) e la famiglia possiede una villa settecentesca a San Secondo di Pinerolo, loro paese di origine e utilizzata come residenza estiva. Ha due sorelle e un fratello. La madre, Martha, bellissima, è figlia dell’Avvocato Peruglia Antonio, presidente del tribunale di Saluzzo e magistrato a Parma per alcuni anni.

Il piccolo Gustavo è un bel bambino, biondo, occhi azzurri, magnetici. piuttosto chiuso, tarda a parlare e i suoi se ne preoccupano, a due anni pronuncia la prima parola: Napoleone! Per tutta la vita nutrirà una profonda ammirazione per l’imperatore e diventerà collezionista dei suoi cimeli; preciserà egli stesso di non essere la sua reincarnazione o di aver vissuto una vita precedente in età napoleonica.

Non ha molto voglia di studiare e i risultati sono mediocri, questo fino al ginnasio; poi improvvisamente il suo atteggiamento cambia, si laurea a Torino in legge, poi a Londra in scienze commerciali e a Parigi in biologia medica. Presta il servizio militare negli alpini e grazie alle condizioni familiari conduce una vita agiata. Per compiacere il padre entra in banca, ma sarà un lavoro che abbandonerà ben presto per dedicarsi alla pittura e all’antiquariato. A Marsiglia, dove lavora, conosce Elna Resch Knudsen, una ragazza norvegese, bellissima, parente del re , se ne innamora e trascorrono delle bellissime giornate insieme. Di lì a poco i due si sposano, staranno insieme tutta la vita. Non avranno figli ed Elna rappresenterà una figura importante e costante nella sua vita.

Ad una certa età (ca. 27 anni) prende consapevolezza  delle sue capacità, affinate attraverso esercizio costante con le carte, ma assume anche maturazione e speranza che qualcosa di molto importante stia accadendo in Lui. E’ spaventato da tutto questo, dapprima se ne ritrae, poi impara a conviverci. Intanto comprende, man mano che procede negli esercizi che il suo spirito deve essere il più puro possibile. E’ sempre stato profondo credente.A poco a poco si trasforma interiormente, il suo Io diventa forte e capace di riconoscere le carte coperte, ma anche di leggere libri chiusi, di leggere il pensiero delle persone, di vedere l’aura delle stesse e di percepire le loro sofferenze, per poi arrivare a dipingere senza toccare i pennelli o a scrivere direttamente, o a trasportare oggetti dal passato.

In uno dei libri sono riportati le innumerevoli testimonianze relative ai suoi “esperimenti”, così li chiamava,  svolti principalmente a casa sua, ma anche a casa di amici, dai suoi vicini, al ristorante, nel corso di sessantatreanni di attività . Erano esperimenti con le carte, lettura di libri chiusi a distanza, pittura su tela, scrittura su fogli, viaggi nel tempo e nel futuro, materializzazione di oggetti provenienti dal passato che lasciavano sbalorditi e confusi i presenti. Rol si esibiva con estrema naturalezza e gioia, senza vanto, ne pubblicità, schivo alla fama e alle lusinghe.

La sua purezza di cuore, quella che all’inizio della sua avventura, aveva scoperto indispensabile per compiere prodigi, non l’ha mai abbandonato. “Anche solo se lucrassi un soldo con un mio esperimento, so che tutto sarebbe finito. Quello che faccio lo devo fare per gli altri”, ripeteva.

Spesso, infatti, si recava negli ospedali, alle Molinette e al Cottolengo era di casa, si tratteneva amabilmente, essendo uno splendido conversatore, una decina di minuti con gli ammalati, imponeva loro le mani e poi li salutava, fino alla prossima visita. I pazienti si sentivano sollevati per qualche ora dalle loro sofferenze. Tutto il personale sanitario, i medici, le suore lo adoravano.

Ha sempre snobbato gli scienziati, gli studiosi, gli scettici, in quanto incapaci di recepire il suo messaggio, troppo alto e spirituale per essere da loro compreso. Per Rol tutto ciò che fa potrebbe essere patrimonio di ogni uomo che abbia intuito la sua realtà e tale realtà, proveniente da Dio, può essere rivelata a chiunque se ne renda degno con l’elevatezza dello spirito, con la rettitudine, con l’onestà, lo spregio delle ricchezze e delle cose terrene. Il suo messaggio si rivolge all’uomo, non alla scienza. Certo come testimoniano, in tanti, che sono stati vicino a Lui, si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un essere che ha un cuore umano, infinita sensibilità, ma anche capacità che vanno oltre la normale concezione terrena.

Non poteva compiere esperimenti su comando o dietro richiesta, faceva cosa si sentiva. Per questo non si sottopose mai ad esami o controlli da parte di scienziati.

Diceva “ Tutto è vivo, anche la materia e tutto ha uno spirito, anche quando quell’oggetto è distrutto ne resta la storia, il suo spirito. Passando dagli oggetti inanimati all’uomo lo spirito diventa intelligente. Lo spirito intelligente non è l’anima, questa ritorna a Dio dopo la morte, mentre lo spirito rimane sulla terra come una scheda segnaletica personale e comprende funzioni e pensiero dell’individuo, ed opera oltre la morte della stessa.”

Di fronte alla domanda di un giornalista sul significato dei suoi esperimenti Rol rispose: “Il significato dei miei esperimenti è che lo spirito dell’uomo è la creazione più alta che Dio ha realizzato e come tale gli competono facoltà e possibilità straordinarie. Tutto ciò che ho fatto è per essere utile al mio prossimo e non per fini lucrativi o personali.”

L’idea che mi sono fatta di Lui è complessa: lo ritengo un uomo buono, che possedeva una cultura straordinaria, come lo è stata la sua vita; ha coperto quasi un secolo con i suoi prodigi e di lui si è parlato e se ne parla in tutto il mondo. Dotato di capacità straordinarie, le ha messe a disposizione del prossimo. Ma è stato anche un uomo solo, come afferma Lui stesso, combattuto tra il suo essere e la voglia di stare con gli altri e di essere compreso. Compito difficilissimo da perpetrare perché di Lui forse si guardava solo alla sua UNICITA’ e non alla sua solitudine.

Franca.

ORGOGLIO UNITRE!!!

venerdì 9 marzo 2012

carissimi/e

è con vero orgoglio che voglio farVi partecipi di una  bella  notizia.

ieri 8 marzo 2012 in concomitanza della giornata della  festa della donna    nella sede dell’Unitre di Moncalieri si è svolta la premiazione  di un concorso letterario  dove hanno partecipato alcune iscritte  dell’ Unitre diVolpiano.

Due sono stati i riconoscimenti :  a Emilia Testù  e a Daniela Boscarato (già reduce da un premio internazionale Unitre di quest’autunno)

Trattasi di  racconti dei tempi trascorsi piacevolissimi da leggere,  scritti con tanto sentimento perchè dettati dal cuore.

Non è possibile trascriverli  sul blog  per mancanza di spazio , ma se qualcuno avesse piacere di leggerli può  chiederne copia all’Unitre   in quanto le autrici hanno generosamente  dato il loro consenso.

Degni di lettura anche  i testi di Marina Borge e Franca Furbatto   che questa volta non hanno avuto riconoscimenti  ufficiali

ma sono  altrettanto   interessanti e coinvolgenti.

 CONGRATULAZIONI ALLE  SCRITTRICI  E…… UN AUGURIO SPECIALE DI CONTINUARE  A SCRIVERE PER LORO E ANCHE PER NOI LETTORI.

 MarBi

LE MIE PRIGIONI.

domenica 4 marzo 2012

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LE MIE PRIGIONI

L’azzurra fiamma dell’arco voltaico lancia i suoi ultimi guizzi.Con il martelletto il fabbro toglie le scorie poi, con le sue robuste braccia, tira l’inferriata e con espressione soddisfatta dice alla sua cliente: “Sono ben fissate ci vuole altro che il piede di porco”

La signora, già avanti negli anni e visibilmente preoccupata, replica: “Dicono che usano il flessibile silenziato e in pochi minuti riescono a eliminare difese attive senza produrre rumore. Ho fatto installare anche un antifurto perimetrale collegato a quello interno volumetrico”

Che si tratti di un ingegnere in pensione? “ (Viene da pensare).  NO! E’ solo una pensionata e sta cercando di proteggere la sua abitazione, le sue cose, il cui valore  può anche essere irrisorio dal mero lato economico, ma inestimabile  per lei che, come la maggioranza,  è molto legata all’aspetto affettivo che ogni oggetto rappresenta.

Eppure non siamo a Città del Messico o a Brasilia dove le inferriate proteggono gli alloggi e balconate fino al 4° piano e la gente si attrezza per proteggersi da sola.  Siamo a Volpiano, l’isola felice,  dove non succede mai niente (sembra) .

Invece basta uscire di casa, il più raramente possibile di questi tempi, e di che cosa senti parlare? Di furti! Ieri sono andati da Tizio e poi da Caio ecc… e la lista diventa sempre più lunga e i sistemi che usano sempre  più sofisticati: si è ormai diffuso un clima di insicurezza.

Quando il giorno volge al tramonto,  attraverso le finestre si osserva lo spettacolo della natura.

Ti prende una stretta al cuore, il sole rosso si vede a scacchi,  offuscato   dai fumi che, come un triste presagio in lontananza,  si levano lenti.

Daniela B.