Taggia

Contrafforti

Contrafforti

A volte c’è da chiedersi quante storie interessanti ci siano dietro ogni luogo, nel nostro caso la Riviera di Ponente. Esiste, o forse non più, un libro scritto e pubblicato nel 1855 a Edimburgo da Giovanni Ruffini da Taggia, patriota mazziniano e scrittore, esule in Inghilterra. Ruffini ha ambientato una storia d’amore e patriottismo nella sua amata terra; l’opera si intitola “Il dottor Antonio” e fu il  libro che svelò ai turisti britannici la bellezza di quel tratto di costa. C’è da crederci visto che, nel 1903 Edmondo De Amicis, ospite assiduo di Bordighera dirà “che fra i primi inglesi che vennero qui a passare l’inverno non c’era nessuno che non avesse letto il dottor Antonio.”

Il nome Taggia deriva dalla romana Tabia  “in riva al mare” e non si conosce l’epoca esatta della costruzione del borgo medievale. Sembra che sia stato, da principio, sede di un priorato dei Benedettini per poi diventare, nel sec. XI, un importante centro di vita comunale, facendo parte del Comitato di Albenga della quale porta lo stesso stemma crociato. Nel 1228 fu ceduta dai marchesi di Clavesana alla Repubblica di Genova. Ebbe una duplice cinta fortificata, una medievale con castello e una risalente ai sec. XVI-XVII delle quali  rimangono pochi resti.

Ponte romano

Ponte romano

Dopo aver fatto una breve passeggiata sul bel ponte romano a più arcate, prima di salire nella parte alta del borgo iniziamo la nostra visita proprio dalla piazza Eroi Taggesi dove, accanto ad un bastione, si trova l’obelisco con i medaglioni dei fratelli Jacopo, Giovanni e Agostino Ruffini. Ad attenderci “la guida locale” che sarà una vera sorpresa per chi avrà la pazienza di leggerci  ma di questo vi parleremo più avanti.

Portale e blasone in ardesia

Portale e blasone in ardesia

La prima cosa che ci colpisce sono gli imponenti voltoni e quando superiamo il secondo si apre davanti a noi la piazza Card. Gastaldi dove si trova la Parrocchiale (Ss. Giacomo e Filippo) ricostruita tra il 1675 e il 1681. Appena poco più in là la piazza Luigi Carlo Farini con una bella fontana quattrocentesca, il seicentesco Palazzo Lercari, sede della Pretura, e più avanti il Palazzo Spinola del 1735. Andiamo verso la Porta dell’Orso per salire al piazzale S. Domenico che domina la valle. L’omonima chiesa fu costruita dai maestri comacini nel 1460 e ripristinata nell’originario stile gotico nel 1935. Man mano che saliamo per poi ridiscendere e risalire ancora ci imbattiamo in quel che rimane di due torri semicircolari.

Campana di Taggia antica

Campana di Taggia antica

Rientriamo nel borgo dalla Porta Pretoria seguendo la via S. Dalmazzo, molto caratteristica per il suo aspetto medievale, con portali in ardesia e stemmi di cui rimane in parte traccia perché nel 1797, al momento dell’annessione alla Repubblica Ligure, Genova ne pretese la distruzione.

A passeggio nei vicoli con la nostra guida

A passeggio nei vicoli con la nostra guida

I numerosi vicoli sono contraddistinti da volte ed archi che ricordano l’impianto medievale e che creano, sulla distanza, interessanti prospettive. Le scalinate sono in pietra mentre ardite architetture ci riportano alla cattedrali gotiche. Taggia potrebbe essere un “gioiellino” però avrebbe bisogno di un piano di ristrutturazione che, come ci ha detto una signora che vi abita, non è mai stato preso in seria considerazione.

Alla fine della visita “la nostra guida” ci ha lasciati esattamente dove ci eravamo incontrati all’andata. La cosa curiosa e strabiliante è che si trattava di un gatto munito di campanellino al collo.

Durante l’intero percorso non solo ci ha accompagnati, ma ci ha preceduti, a volte aspettati, sempre attento, senza mai allontanarsi né perderci di vista. Un signore del posto ci ha svelato che è “il gatto dei turisti” verso i quali pare nutrire una spiccata simpatia ed ha anche aggiunto che non ha mai degnato di un solo sguardo i suoi concittadini. Ciò che non siamo riusciti a scoprire è se sia una guida improvvisata e comunque molto valida o un dipendente dell’Ente del Turismo locale.

Marina e Luciano

3 Commenti a “Taggia”

  1. margherita scrive:

    Bravissimi Marina e Luciano,
    anche questa volta ci avete illustrato con dettagli precisi e particolari curiosi un angolo che non è poi così lontano da casa nostra , ma direi affascinante ( non sono mai stata a Taggia) .
    Trovate sempre posti particolari e un modo speciale per descrivere i luoghi che mette curiosità al lettore e voglia di visitarli.
    Grazie !!! continuate ancora ….

  2. Giusi scrive:

    Dopo averne parlato ieri sera, oggi mi sono letta il vostro articolo e devo dire che le foto sono proprio belle! Mi avete messo la voglia di saperne di più! Adesso mi leggerò tutti gli altri articoli! Bravi!

  3. Gaspara Paietta scrive:

    io l’ho letto! (Il dottor Antonio) e ce l’ho pure, da qualche parte, se lo volete, quando lo trovo…

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