LA CULTURA DELLO SPRECO/ riflessioni di tipo estivo

cemento

LA CULTURA DELLO SPRECO  – Riflessioni di tipo estivo

L’onda s’infrange sul bagnasciuga, bambini corrono e giocano sulla sabbia, il mare é leggermente increspato, spira un venticello marino.  E’ un vero paradiso!

Nei tre metri di sabbia dorata davanti al mio sdraio si agita un’umanita variopinta, bambini,  mamme, nonni, tutti cercano il mare, siamo in 50 in 40 metri quadri.

Eh sì, la spiaggia è ormai piccola, quasi inesistente stretta com’è dalla distesa di ombrelloni, di case, di strade che si arrampicano ad aggredire le ultime colline della Liguria.  La sera è tutto illuminato, il lungo mare, le case, le strade, le strade panoramiche che si arrampicano fino alla villa del potente del posto. E questo anche d’inverno quando l’intero borgo è deserto.

Cemento, strade, illuminazione all’infinito. “Ogni giorno  in Italia scompaiono 1000 ettari di suolo prima destinati all’agricoltura”  titola il giornale che cerco di leggere

mentre lo difendo dalle pallonate e dai lanci di sabbia dei bambini.

La mente corre nella pianura piemontese e del canavese dove capannoni e case sono ormai prevalenti rispetto alla superficie agricola. Ci sono comuni che hanno dichiarato guerra ai campi!  Perlomeno dovremmo essere una potenza industriale la settima / ottava economia del mondo (Così dicono i politici) . “Persi altri  30.000,

posti di lavoro, aumentano le ore di Cassa Integrazione. Le aziende chiudono in Italia perchè non sono più competitive: troppo alto il costo del lavoro” titola il giornale economico che sta leggendo mio marito.

D’altronde come possiamo essere competivi , per esempio nel turismo, quando per

un giorno sotto l’ombrellone con due sdrai costa quanto  il soggiorno in Hotel?

E nel settore manifatturiero con i capannoni sparsi nella campagna in pessime condizioni logistiche per trasporti merci e manodopera che aggravano i costi di produzione?

E’ possibile che da noi non ci sia una legge  che obbliga le nuove costruzioni a recuperare almeno in parte il suolo già urbanizzato come in Germania e in Inghilterra?

Penso alla mia piccola economia domestica. fare un progetto a rientro economico

triennale, installando pannelli fotovoltaici per illuminare il viale dell’orto che porta alla baracca degli attrezzi:

– creo lavoro ( installazione pannelli)

– cementifico (vialetto nell’orto)

– recupero tasse  (detrazione 55% per installazione pannelli)

E’ palese che si tratta di un’idiozia perché così facendo distruggo valore e creo spreco.  Non lo farò: non ho ancora preso troppo sole………

1 Commento a “LA CULTURA DELLO SPRECO/ riflessioni di tipo estivo”

  1. gaspara scrive:

    non capisco:perchè crei spreco? metti i pannelli per illuminazione di casa e non cementificare, non ce n’è bisogno, basta un po’ di ghiaia se non vuoi erba (che se ci passi spesso non avresti neanche bisogno di tagliare)

Scrivi un commento