La città del vento

Siamo arrivati nella città del vento. State pensando a Chicago? No, non abbiamo varcato l’oceano: per raggiungere la nostra destinazione è stato sufficiente imboccare un’autostrada ed andare verso est, nell’estremo est. L’autorevole Lonely Planet l’ha inserita tra le prime al mondo delle città “nascoste”; bella, ma sottovalutata e snobbata dagli italiani, è per sua fortuna molto amata dai turisti mitteleuropei. Si tratta, l’avrete senz’altro già capito, di Trieste che abbiamo scoperto avere una certa affinità con Torino.

Riccardo Illy, ex sindaco, ama molto il Piemonte e di recente ha parlato di Torino come la perfetta capitale del gusto; in passato per la sua città aveva scelto la ricerca scientifica, il porto e il turismo. Quest’ultimo praticamente prima non esisteva ed oggi, nonostante la recessione, continua a crescere.

Trieste Cielo e mareEvelina Christillin durante un convegno sul turismo triestino si è riferita al modello Torino che con le Olimpiadi ha fatto rinascere una città di confine ed incrementato il turismo, e questo farebbe bene anche a Trieste.

Tutto vero anche se a noi manca pur sempre un elemento: il loro mare di cobalto solcato da una miriade di vele candide e, come se non bastasse per farci schiattare d’invidia, falesie, scogli e baie ad incorniciare un panorama che ricorda le isole dell’Egeo.

Trieste offre ai visitatori itinerari letterari, stili architettonici che vanno dal Neoclassico, all’Eclettico per arrivare al Liberty, luoghi di culto di religioni diverse che rispecchiano la storia complessa e variegata di una città che è stata asburgica, napoleonica, austroungarica, fascista, titina e, per un bel po’, anche americana.

Trieste Piazza Unità d'ItaliaOra però, se volete, vi prendiamo per mano per condurvi in piazza Unità d’Italia, vasta, perfetta, direttamente affacciata sul mare, che non ha eguali in tutto il resto d’Europa. Volgiamo le spalle al mare e da sinistra a destra ci vengono incontro il Palazzo del Governo, la sede della Prefettura, Palazzo Stratti, Palazzo Modello, Palazzo del Municipio, Palazzo Pitteri, Palazzo del Lloyd Triestino ora sede della regione. La piazza è arricchita da altre due testimonianze settecentesche, la fontana barocca dei quattro continenti (il quinto, l’Australia, non era ancora stato scoperto) e la colonna con la statua dell’Imperatore Carlo VI.

Mauro Covacich ci racconta che “di sera poi la piazza sembra galleggiare e questo per via dei faretti azzurri infilati a scomparsa nella pavimentazione, portando un’idea di Venezia a lambire i portici del municipio”. Poco distante ecco il Canal Grande e sullo sfondo la chiesa di san Antonio Taumaturgo, imponente e sobria costruzione neoclassica.

James Joyce e il Canal GrandeSul Ponterosso la statua di James Joyce, in ricordo della permanenza dello scrittore nella città friulana, dal 1904 al 1915 e dal 1919 al 1920. Qui terminò la stesura di “Gente di Dublino” e di “Dedalus”. Anche la sua opera più celebre, l’Ulisse, fu impostata a Trieste dove scrisse alcuni dei suoi capitoli più significativi.

Trieste San Spiridione (Mosaici)Nel Canal Grande si specchia la chiesa Serbo-Ortodossa di San Spiridione; il suo esterno è riccamente decorato: sulla facciata principale, sopra l’entrata, si trova il mosaico che rappresenta  il santo sovrastato da statue di altrettanti “colleghi” e più in alto spicca quello dedicato ai quattro Evangelisti con un medaglione raffigurante il Padre Eterno. Un altro mosaico è sul lato nord dove  sono raffigurati S. Michele e i Santi Attanasio e Gregorio Nazianzeno mentre a sud troviamo quello della Madonna con Bambino sovrastato da quello rappresentante San Basilio e San Crisostomo. All’interno ammiriamo tutta la magnificenza della tradizione bizantina con una presenza impressionante di decorazioni su smaglianti sfondi d’oro.

Ben trecento anni fa Carlo VI d’Austria concesse le Patenti improntate a una larga e lungimirante tolleranza nei confronti delle religioni acattoliche, incentivando così l’insediamento a Trieste di mercanti, imprenditori e artigiani di tutte le aree del Mediterraneo orientale. Questa grande apertura nei confronti delle altre religioni fece sì che i Serbi, allora chiamati Illirici, pur cristiani ma di rito orientale, si stabilissero in città a partire dal 1736 fondando, assieme ai Greci, la prima Comunità Ortodossa. Nel 1782 le due comunità decisero di separarsi e i greci costruirono il tempio di San Nicolò.

Prima di passare alla seconda puntata che pubblicheremo più avanti, venite intanto con noi a degustare un buon caffè in uno dei tanti locali storici della città. Secondo i triestini il loro caffè è uno dei più buoni in assoluto dell’intero stivale, ma Luciano, che è un grande intenditore di questa bevanda, ha decretato che il migliore è quello gustato al porto di Napoli, e c’è da fidarsi.

Questo avvalora quanto abbiamo detto sopra circa le affinità che avvicinano le due città: questi caffè non fanno nulla per ostentare la propria storicità, e nonostante tutto si riconoscono facilmente.

Trieste Caffé storico Stella PolareCaffè Tommaseo, Caffè Stella Polare, Caffè degli Specchi sono da sempre un’istituzione ma, su tutti, il Caffè San Marco ha  meglio resistito nel tempo ai cambiamenti estetici delle varie gestioni: le sue specchiere, i tavolini in marmo e ghisa, il vecchio bancone in legno scuro sono rimasti quelli dell’apertura avvenuta nel 1914, e – ancora –  leoni veneziani riprodotti su soprammobili, ottoni e lampadari ci riportano in un’atmosfera rétro. A Torino quando si entra da Mulassano, da Baratti, al caffè Torino piuttosto che al San Carlo per non parlare del Bicerin ritroviamo arredi e un’atmosfera che si avvicinano molto ai locali  della città giuliana. La differenza sta nel fatto che a Trieste la letteratura ha, da sempre, occupato gli spazi di questi caffè, entrandovi con le discussioni e le conversazioni dei più importanti scrittori vissuti in città. Italo Svevo, Umberto Saba, Scipio Slataper, James Joyce hanno parlato, mangiato e bevuto seduti a quei tavolini.

Al Caffè San Marco con un po’ di fortuna si può incontrare  Claudio Magris, germanista e critico, nato a Trieste e laureatosi a Torino dove è stato ordinario di lingua e letteratura tedesca, dal 1970 al 1978. Stavolta le due città condividono un grande scrittore, l’autore di “Danubio” un saggio che ti  accompagna dalle fonti del fiume alla foce con tutto il suo carico di storia. Si viaggia, pur stando a casa, attraverso tutta la Mitteleuropa in un caleidoscopio di parlate e costumi diversi tuttavia il grande pregio di questo libro è e rimane l’approfondimento.

La grande capacità dell’autore è di mettere in stretta relazione discipline  tra loro così diverse come la diplomazia e l’architettura, la storia e la musica, la geografia e il teatro e di incastonarvi re e imperatori, dittatori e loro accoliti, benefattori dell’umanità e sterminatori della stessa, poeti e scrittori. Dalle sue pagine scritte emergono  uomini con  il cilindro in testa e  dame con i loro lunghi abiti: è una rappresentazione grandiosa di quelle genti che hanno abitato o abitano le rive del lungo fiume.

La specializzazione è monografica, la cultura no.

Abbiamo accennato in precedenza alle affinità tra Trieste e Torino, tuttavia c’è stato anche un collegamento che le ha unite: ve lo racconteremo nella prossima puntata.

Marina e Luciano

1 Commento a “La città del vento”

  1. MATTEI Prof. Romano scrive:

    Sono triestino puro sangue ma alcune particolarità (architettura e ornamentazione di S. Spiridione) non le conoscevo nemmeno io. Faccio tutti i miei complimenti ai redattori dell’articolo perchè hanno saputo interpretare appieno lo spirito mitteleuropeo e interetnico della mia amatissima città. Ne manco da 55 anni e vederla riscoperta con tanta introspezione e amore da dei “non triestini” mi ha fatto bene al cuore.
    Ancora tutti i miei complimenti per la precisione ed il dettaglio delle descrizioni. Quando ero ragazzo (1953) in piazza dell’ Unità d’ITALIA combattevamo a mani nude contro il Nucleo Mobile filotitino scagliato contro noi studenti VERI ITALIANI dagli “amici” inglesi!

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