Gita a Casale Monferrato e visita al Casale Armanda a Robella d’Asti

Domenica 8 ottobre abbiamo partecipato ad una gita organizzata da Terra di Guglielmo che ci ha portato a visitare Casale Monferrato, per quanti già non la conoscessero e al pomeriggio, dopo pranzo,  siamo stati ospiti della famiglia Calvo e degli Amici del passato a Robella d’Asti, al casale Armanda. E’ stata una bellissima giornata, il tempo era splendido e i posti visitati interessanti.

Cominciamo da Casale Monferrato: sorta in epoca ligure con il nome di Vardagate, divenne poi municipium romano. Subì le invasioni longobarde e venne successivamente cristianizzato da San Evasio che ivi costruì una chiesetta dedicata a San Lorenzo. Il santo fu martirizzato attraverso  decapitazione sul sagrato di detta chiesa. Liutprando, re longobardo fece erigere una grande chiesa sulla sua tomba. La chiesa fu consacrata nel 1107 dallo stesso papa Pasquale II. Il borgo prese il nome di Casal di San Evasio e  fu ghibellino per i legami tra il Barbarossa e lo zio Guglielmo Aleramico, marchese nel Monferrato. Distrutto nel 1215 dai vercellesi, alessandrini, milanesi, il borgo fu ricostruito su autorizzazione di Federico II. Nel 1474 grazie all’interesse di Guglielmo VII Paleologo, marchese del Monferrato, nacque la diocesi di Casale e il duomo assurse a sede vescovile. Abbiamo visitato il duomo in stile neoromanico – lombardo. La facciata è asimmetrica e presenta due campanili laterali. E’ suddivisa in cinque navate. Ai lati della chiesa ci sono due statue raffiguranti  il re Liutprando e la regina Teodolinda che avevano voluto la costruzione della chiesa e la cristianizzazione del popolo longobardo. La festa del santo ricorre il  12 novembre. Lo sguardo si posa immediatamente sul bel crocifisso romanico che campeggia nell’altare centrale e risale al XII secolo.  Il duomo sottoposto a restauro in occasione del giubileo, si è presentato ai nostri occhi  in tutto il suo splendore. Belle anche le cappelle laterali e la sacrestia dove sono esposte opere di argenteria e oreficeria appartenute ai vescovi che si sono succeduti nella diocesi e numerosi reliquiari (il piede di Santa Margherita d’Antiochia, la Croce di Anna d’Alençon,, il busto di Sant’Evasio, …)

Ci siamo poi recati alla sinagoga edificata nel 1595 in vicolo Salomone Olper, da  allora l’edificio ha subito diversi restauri e oggi si presenta in tutto il suo splendore barocco rococo’ piemontese (1700 -1 800). L’impatto tra l’esterno, anonimo, imposte dalle leggi di allora e l’interno appare evidente: la ricchezza dei manufatti, le iscrizioni in ebraico, il coro ligneo lasciano i visitatori senza parole.  La Signora Ottolenghi che ci ha accolto ci ha raccontato che al momento sono presenti venti famiglie ebraiche in Casale, contro le 100 all’epoca della seconda guerra mondiale. La comunità ebraica ha pagato un alto prezzo durante la guerra.  Non dispongono di un rabbino, visto il numero esiguo dei fedeli, ma le celebrazioni comunitarie vengono officiate  da un medico ebreo che svolge le funzioni dello stesso rabbino. Ci ha spiegato come nella parte sinistra vengono accolti gli uomini, a capo coperto e le donne nella parte destra. Una volta c’era il matroneo, nella parte alta, da dove le donne potevano assistere alle funzioni con i bambini. Oggi il matroneo ospita uno dei musie d’arte e storia  ebraica più interessanti d’Europa.  Una guida specializzata ci ha accompagnato attraverso le varie sale dove sono esposte le tavole della Torah (le tavole della legge), i paramenti usati dagli anziani, i bracieri, la tavola preparata secondo la tradizione durante la festa della Pesah, la capanna allestita durante la festa dello Sikkut,  e ci ha spieganto i rituali e i significati delle varie feste. Infine abbiamo visitato una sala con i candelabri a nove luci regalati da artisti ebrei e non, usati durante la festa delle luci. E’ stato molto interessante e istruttivo. La seconda domenica di ogni mese si svolgono queste visite guidate, su prenotazione per i gruppi.

Poi, affamati, ci siamo recati a mangiare all’agriturismo “da Nonno Celestino” e come sempre il servizio è stato eccellente, sia qualitativamente che quantitativamente. Il paesaggio poi era fantastico, un susseguirsi di colline verdeggianti, coperte da vigneti luccicanti al sole: una tavolozza piena di colori caldi e luminosi da fare invidia al migliore degli artisti.

Terminato il pranzo ci siamo trasferiti a Robella d’Asti, al casale Armanda, dal nome della nonna di Pierangelo Calvo. Un casale di famiglia adibito a ecomuseo contadino, dove la famiglia Calvo ha raccolto da generazioni attrezzi da lavoro, mobili, vestiti, oggetti della vita comune contadina, ricostruendo con fedeltà e gusto una casa dell’epoca: camera da letto, cucina, cantina, infernotto, con tutti gli utensili necessari per la raccolta e distillazione del vino, attività tipica di quelle colline. E ancora divise dell’epoca, attestati, diplomi, onorificienze, fotografie a ricordare la storia dei suoi antenati. Il nonno aveva vinto nel 1903 un’importante premio a Londra, presentando un vino selezionato di produzione propria , che gli permise di diventare fornitore ufficiale di vini di casa Savoia (lo é tutt’oggi) e di altre case reali. Una bella soddisfazione! Questo casale è immerso in un bellissimo parco, curatissimo, che domina su uno scenario naturale d’eccellenza: l’arco alpino, con il Monviso davanti a noi. Pierangelo, suo fratello, la sua famiglia, i suoi amici sono riusciti a realizzare con sacrifici, tanto lavoro, passione, anni, una straordinaria testimonianza del passato, mantenendo vivo il ricordo di tradizioni, attività, cultura e modi di vita che oggi non esistono più. Sarebbe bello che le scolaresche, i giovani potessero visitare questi luoghi per non perdere la memoria di una parte del nostro recente passato, ma anche le persone anziane perchè potranno ritrovare una parte del loro vissuto, di cui a volte sentono la nostalgia.

I fratelli Calvo davanti al Casale Armanda

La giornata non poteva finire se non in bellezza: tranquillo ritorno a casa, accompagnati da un tramonto infuocato dietro le colline.

Franca.

1 Commento a “Gita a Casale Monferrato e visita al Casale Armanda a Robella d’Asti”

  1. pierangelo scrive:

    ringrazio l’associazione “terra di guglielmo”per la visita presso il nostro casale di robella ed in particolare per le belle parole che franca ha voluto regalarci nel suo commento.
    e’ stata anche per noi una bellissima giornata ,piacevolmente condivisa con tanti amici che amano il passato.
    grazie di cuore

    pier

Scrivi un commento