Noi credevamo di Mario Martone

Film storico, bello, ma lento e difficile da seguire. Alcuni dicono che pare sia stato prodotto come fiction televisiva (due puntate) e poi dirottata nelle sale cinematografiche, potrebbe essere  vero a mio modesto parere.

Si racconta la storia dell’unità d’Italia tra il 1830 e 1860 attraverso la vita di tre ragazzi del sud Angelo, Domenico e Salvatore che credono fermamente nei principi della Giovane Italia di Mazzini di cui entrano a far parte.

Partecipano attivamente a varie azioni e moti di insurrezione, falliti miseramente. Il destino li separerà tragicamente e l’unità della nazione si vedrà raccontata da Domenico, unico sopravvissuto,  che parteciperà anche all’ultima impresa dei Mille.

Viene rappresentata la funzione dei vari personaggi del Risorgimento: Mazzini, Cavour, Garibaldi (anche se non appare), Crispi, il popolo, l’aristocrazia e su tutti questi personaggi  rimangono aperti parecchi interrogativi ed ombre. Lungimirante  e realista la figura di Cristina di Belgioso che ammoniva i ” mazziniani” dal perseverare nei loro moti rivoluzionari cruenti,  senza coinvolgere il popolo e soprattutto senza prepararlo. Fortemente divise poi le fazioni dei sostenitori dei Savoia  e quelle dei mazziniani repubblicani, così come le disparità evidenti e descrittive tra il nord e il sud. Drammatiche le scene di esecuzione di briganti.

Mi sarei aspettata maggiori emozioni, in fondo e’ una pagina importante della nostra storia, invece molta parte del film  e’ assorbita da lunghi  e lenti dialoghi anche se interpretati da attori di rilievo.

Franca.

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