VAUDA: polmone verde o brughiera?

Prendendo spunto da alcuni precedenti articoli inerenti la Vauda e dintorni, vorrei aggiungere alcune considerazioni.

Già nel passato contadino di Volpiano, avere terreni in Vauda era un problema: non erano irrigui ed il raccolto cresceva a stento. In compenso crescevano grandi piante , specie il rovere ed il carpino. Ora, complici  la siccità, le malattie ed anche le motoseghe, le grandi piante hanno lasciato spazio ai rovi e alle rubinie. I sentieri un tempo ombrosi sono diventati piste da trial e ricettacolo di immondizie. Evidentemente i proprietari di questi terreni cercheranno in tutti i modi di vendere realizzando guadagni un tempo impensabili. Già negli anni ’60 questo è avvenuto con terreni molto più fertili sui quali è nata la principale attrazione di Volpiano: LA BP. (Si vede anche dallo spazio).

E poi…la cosidetta generazione dei sessantottini, dopo aver abbondantemente banchettato alla torta del benessere , lasciando briciole tutt’intorno al tavolo (immondizie), dovrebbe lasciar spazio alle nuove generazioni.  Anche loro hanno diritto di intingere il dito nella torta. Già avranno l’ingrato compito di pulire il tavolo dalle briciole e pagare il conto, visto che ancora il conto non è stato pagato!

L’augurio che mi sento di esprimere ai giovani, imprenditori e politici è che possedendo loro una nuova cultura e formidabili strumenti tecnologici, siano più sensibili e rispettosi per l’ambiente.

Basta aprire il giornale o accendere la televisione e constatare i reali danni creati dalla cementificazione selvaggia da nord a sud del “Bel Paese”

“Noi speriamo che non piova…”

Daniela Boscarato


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