Le strade di volpiano

Le strade di Volpiano nei primi anni cinquanta erano molto diverse da oggi. Io abitavo in via Pinetti nella cascina di mia nonna. In quei tempi soltanto le strade di comunicazione più importanti erano asfaltate. Via Pinetti, da San Michele in giù, non era asfaltata e un grosso fossato costeggiava la strada. Se ricordo bene non si trattava d’acqua pulita e solo molto più tardi è stato coperto. In fondo a via Olmo c’era un pilone con una pompa, alla quale, attingevano per dissetarsi, i contadini che coltivavano i terreni nella zona vicino all’acquedotto che fornisce, tuttora, acqua a Torino.
La grande svolta a Volpiano cominciò nei primi anni ‘60 con la costruzione dell’autostrada Torino-Aosta. Tale costruzione portò molte novità nella viabilità soprattutto per i contadini. Ora, per raggiungere i loro terreni, dovevano fare molta più strada e passare sui cavalcavia. Questo suscitò non pochi timori. Gli animali sarebbero riusciti con difficoltà a tirare i grossi carichi su e giù per le strade. In quell’occasione spuntarono i laghetti della Lenza, formatisi dagli enormi scavi fatti per prendere il terreno necessario a coprire i fianchi dei cavalcavia. I proprietari di questi terreni ne approfittarono creando zone di pesca e ristoranti tuttora molto frequentati.
A poco a poco arrivò anche una fiorente industria, proprio vicino all’autostrada Torino Aosta: la raffineria, la Comital, la Tae, la Tecmo ed altre ancora. L’occupazione negli anni settanta, a Volpiano, non mancava e molti lavoratori arrivavano dai paesi limitrofi ed anche da Torino. Già negli anni ottanta, però, alcune di queste aziende fallirono ed i posti di lavoro, ancora oggi, sono sempre più in riduzione.

Piera

1 Commento a “Le strade di volpiano”

  1. Gaspara scrive:

    io sono arrivata a Volpiano nel 73 e ancora molte strade non erano asfaltate, io abitavo a Palazzo Mossetto e non lo erano ne via Novara, ne via Cesare Battisti e le altre traverse di Via Trento
    Mi ricordo anche le donne che lavavano nel fosso di via Leini
    A proposito dei contadini e dell’autostrada, mia suocera aveva un campo in fondo a via Olmo, dopo l’autostrada, e una volta mi racconto’ che qualche volta, per non fare il giro lungo, da via Molino aveva attraversato l’autostrada a piedi, con la bici “ma guardo bene”, ricordo che disse.

Scrivi un commento