Cantagiro tutto italiano – Basilicata
E siamo giunti alla Basilicata, il mio pensiero va a Bruna, compagna alle elementari e inseparabile amica della mia adolescenza, quando ancora abitavo a Torino, a Madonna di Campagna. La madre era nata a Potenza e pur avendo la stessa età di mia madre, era analfabeta, mi suonava così strana questa realtà , non riuscivo a comprendere tale diversità . Era una brava donna del sud, riservata, con poche amicizie, non usciva quasi mai, viveva in funzione della famiglia. Il papà era dolcissimo, adorava la figlia, la viziava, ricoprendola di doni, ma Bruna non ha mai approfittato della situazione, era una brava bambina. Il padre faceva l’autotrasportatore, percorreva tratte internazionali e stava via anche tutta la settimana, a volte anche per due, per cui le due donne, madre e figlia erano molto sole. Non avevano parenti vicini, se non per un breve periodo, in cui la sorella della mamma abitò nella stessa casa. Io passavo tutti i pomeriggi a casa loro, perché la madre preferiva che Bruna non si allontanasse dalla sua sfera di controllo. La ricordo con piacere intenta a preparare qualche specialità della sua terra: verdure stufate, pasta fatta in casa, calzoni, dolci tipici che mi offriva con slancio, ma ahimé, a quei tempi non mangiavo quasi nulla, per cui rifiutavo sempre. Io e Bruna non volevano perdere tempo, volevamo solo giocare e stare insieme. Lei ribadiva spesso l’importanza di studiare e insisteva perchè Bruna si applicasse con costanza, naturalmente avrebbe preferito che facessimo i compiti o studiassimo, ma io arrivavo da Bruna che avevo già fatto tutto, per cui aiutavo Bruna a fare anche lei il suo dovere velocemente, per essere libere di divertirci. Come molte altre persone anche loro avevano dovuto abbandonare la loro terra perché al sud non c’era lavoro, le condizioni delle famiglie di origine erano poverissime, spesso i luoghi dove abitavano erano malsani e le condizioni di vita durissime. Terra brulla la Basilicata, montuosa, impervia, sono nel ‘ 30 era arrivato l’acquedotto che aveva migliorato di gran lunga le condizioni, facendo sì che venissero risanate aree infestate dalla malaria e recuperate zone destinate alla coltura. Oggi la situazione é cambiata e il paese rappresentato in vari film e documentari appare nel suo complesso così caratteristico: monti, alture, piane, mare con lunghe spiagge sabbiose, pinete che si spingono al mare, boschi e cascate. Matera dal ’98 é considerata patrimonio dell’Unesco, i suoi Sassi, scavati nel tufo, hanno fatto il giro del mondo, eppure fino al ’60 erano ancora abitati da famiglie numerose, che hanno lottato fino all’ultimo per non abbandonare “le loro case”, anche se venivano descritte come una vergogna. Ma quindi il territorio non può essersi modificato profondamente, allora siamo cambiati noi, sopraffatti dall’incalzare del mondo moderno, travolti dal cemento e dall’inquinamento che ricerchiamo la pace, la serenità di quei luoghi incontaminati?
Propongo qui una canzone intitolata “Lucania mia”, anche se la regione fu chiamata così sono negli anni dal ‘ 32 al ’47, periodo fascista. I temi ricorrenti in queste canzoni sono la nostalgia, la ricerca delle proprie radici, spesso sopite ed ignorate per anni , quasi a voler riscoprire quel mondo lontano, genuino, reale, lontano dalle apparenze, a ritrovare le sue genti, le abitudini, quei profumi, quei sapori, mai dimenticati, che si sono dovuti lasciare a così caro prezzo.
Franca Furbatto