Voleva solo lavorare, é morta per stalking 129 anni fa.

Italia Donati

Italia Donati – maestra

Mi é capitato per caso di imbattermi in questa triste storia, che vi voglio raccontare.

E’ la storia di Italia Donati (1863 – 1886), una ragazza toscana, nata a Cintolese, che avendo dimostrato una spiccata attitudine allo studio, fu indirizzata alla scuola Normale per maestri, dal padre, commerciante di spazzole. Dopo il superamento del ciclo di studi, al secondo tentativo passò l’esame di abilitazione e fu destinata a Porciano, nella campagna pistoiese. Da subito fu oggetto di pressioni ed avances marcate da parte del sindaco del paese e fu costretta ad abitare in un locale accanto alla dimora del primo cittadino. Nonostante le avances pressanti, riuscì a respingere gli attacchi e a porre un secco rifiuto. Alimentate dall’orgoglio ferito, il sindaco e alcune persone a lui vicine, misero in giro voci sulla scarsa moralità della giovane, fino a diffondere la notizia di un presunto aborto. A seguito di lettera anonima al magistrato di Pistoia, il sindaco fu costretto a dimettersi, e sebbene la Donati smentisse energicamente e si fosse trasferita nel frattempo in un ‘altra abitazione, le voci continuavano, attribuendole una relazione con il nuovo proprietario, accusandola di essere nuovamente incinta. A seguito di un’inchiesta, fu trasferita in una frazione , ma la popolazione le intimò di non presentarsi, perchè non accettavano “i rifiuti del paese vicino”. La ragazza profondamente segnata e depressa, lontano da casa, senza l’aiuto di nessuno cadde in uno sconforto totale che la portò ad un gesto sconsiderato: si suicidò in un deposito di acqua di un mulino il primo giugno  1886. Prima di morire lasciò una lettera a suo fratello, affinchè fosse fatta completa luce sulla sua innocenza e riabilitato l’onore della famiglia. Questo il testo: «Io sono innocentissima di tutte le cose fattemi […] A te, unico fratello, a te mi raccomando con tutto il cuore, e a mani giunte, di far quello che occorrerà per far risorgere l’onor mio. Non ti spaventi la mia morte, ma ti tranquillizzi pensando che con quella ritorna l’onore della nostra famiglia. Sono vittima dell’infame pubblico e non cesserò di essere perseguita che con la morte. Prendi il mio corpo cadavere, e dietro sezione e visita medico-sanitaria fai luce a questo mistero. Sia la mia innocenza giustificata.”  Predispose inoltre che al suo funerale partecipassero solo bambini e bambine, compresi i suoi scolari. Fu sepolta nel paese tanto odiato di Porciano. Di lì a poco però il suo corpo fu traslato e condotto nel suo paese d’origine, dove fu sepolto a seguito di una sottoscrizione popoare. Il trasferimento del feretro fu accompagnato da ventimila persone, provenineti dai paesi vicini, per dimostrare la loro vicinanza ad Italia, pur nel suo estremo viaggio terreno. L’eco della vicenda si ottenne grazie al contributo del Corriere della Sera, che diede profonda risonanza al dramma. Anche la scrittrice Matilde Serao si occupò della triste vicenda. Il caso portò alla luce la triste condizione di queste donne, profondamente emarginate, sole, lontane da casa, senza l’affetto di parenti e amici, vittime dei soprusi di certe Amministrazioni comunali, dalle quali dipendevano e dal pregiudizio della gente. Con la legge Casati, infatti la competenza sulle scuole elementari e sugli insegnanti era demandatia ai Comuni, che ne stabilivano il salario, ridotto a 1/3, in caso di maestre, costrette ad occuparsi di classi numerose, miste: a volte fino a 150 bambini, dipendenti anche nell’alloggio dalle Amministrazioni, che potevano favorirti o danneggiarti.

Si dovette aspettare fino al 1911 per ottenere che le scuole passassero sotto lo Stato. Si può dire che anche la triste vicenda della sventurata maestra, Italia Donati, contribuì a portare avanti la campagna per ottenere la giusta definizione delle competenze.

Nel 2003 Elena Gianini Belotti ha pubblicato il romanzo Prima della quiete, in cui racconta la storia di Italia Donati

 

Franca Furbatto

 

1 Commento a “Voleva solo lavorare, é morta per stalking 129 anni fa.”

  1. DANIELA B. scrive:

    Mi sono assentata qualche tempo da Volpi e ho trovato i tuoi lavori. Hai “prodotto” tanto… brava!

    Commovente da provocare indignazione il racconto di Italia Donati.
    Quella dello stalking è una piaga che tormenta le donne ancora oggi, L’unico progresso è il coraggio di alcune a denunciare certi soprusi. Che vergogna!

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