Cappella Santa Caterina – Volpiano
La cappella di Santa Caterina si trova sulla strada che va a Lombardore. Nel 1699 Monsignor De Soyrier, durante la sua visita pastorale, parla della cappella come dedicata non solo a Santa Caterina, come risultava già nel 1585, ma anche a Sant’Antonio ,questa precisazione é contenuta solo in questa visita, non verrà più riportata , ne’ in quelle precedenti, nè nelle visite successive. Era presente un solo altare in laterizio, appoggiato alla parete, con la croce, i candelabri e tutte le altre suppellettili per il decoro dell’altare. La cappella non possedeva nè beni, nè oneri e la messa si celebrava solo una volta l’anno, in occasione della festa di Sant’Antonio e talvolta per la festa di Santa Caterina. Nella visita del 1729 nella relazione di Don Bongino Domenico per il vescovo De Nicola, risulta che nella pala d’altare della cappella sia raffigurata Santa Caterina d’Alessandria con Sant’Antonio da Padova e la Beata Vergine Maria, testimonianza del periodo in cui la cappella era dedicata ad entrambi i santi. La cappella é descritta con il suo uscio, cinque finestre e un porticato, sostenuto da due piloni. L’edificio é della comunità ed ha reddito da colletta, gestita da due rettori, come tutte le cappelle di Volpiano. Nel 1751 Monsignor De Villa descrive la cappella con l’altare appoggiato alla parete, senza la tavola e la pietra consacrata, ma con un’icona antica scolorita della Santa titolare dell’altare, davanti alla quale era collocata la mensa dell’altare dipinta. la chiesa era provvista degli ornamenti e del materiale per le messe. Nel 1777 Monsignor Pochettini descrive la cappella con volta imbiancata, pavimento in mattoni, altare in laterizio dedicato a Santa Caterina Vergine e martire, con un’immagine sgraziata e lacerata. La cappella possedeva anche qualche albero di buona qualità , affittato annualmente. Ne venne decretata l’interdizione finché non fosse stata messa a posto, rinnovata l’immagine della Santa, provvista degli arredi necessari e istituita una “tabella secretarum”, necessaria per officiare. Occorreva inoltre provvedere a mettere le grate alle finestre per evitare l’accesso degli uccelli. Di lì in avanti non si fa riferimento, nelle visite pastorali successive a nuove notizie relative alla cappella. E così si arriva ai giorni nostri. Si é a conoscenza di una ristrutturazione avvenuta vent’anni fa, ma non si forniscono particolari. La cappella si presenta oggi con un arco soretto da due pilastri e due archetti ai lati. In alto sulla facciata color rosa salmone sono state applicate le lettere ” S . C” , Santa Caterina. L’interno ci mostra un piccolo ambiente con pareti dipinte di rosa e la volta di azzurro cielo, la decoarazione presenta dei semipilastri dipinti di azzurro agli angoli dell’aula e a metà delle pareti laterali degli stucchi bianchi. L’altare addossato alla parete é in laterizio, a tre gradini e dipinto di rosa, al centro c’é una teca lignea con la statua di Santa Caterina d’Alessandria di recente fattura. La santa regge un libro nella mano sinistra , mentre sulla destra sono raffigurati una palma e una ruota dentata simboli del martirio. Nella chiesa ci sono altre statue religiose e stampe, una via crucis recente e un ex voto raffigurante la Vergine Maria in alto, a metà affresco Santa Caterina e Sant’Antonio con il bambino e San Rocco, in basso a sinistra la nostra cappella vista lateralmente , mentre sulla destra c’é un toro e una mucca, e una scritta ” I fedeli del borgo Santa Catarina 1901″. E questo é il resoconto delle visite pastorali riguardanti la cappella , tratto dalla tesi di Valentina Arrigo.
Santa Caterina d’Alessandria é venerata come vergine e martire, sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa. La sua nascita avvenne intorno al 287 d.C. ad Alessandria d’Egitto. Della sua vita si sa poco ed é difficile distinguere tra realtà storica e leggenda popolare. Secondo la tradizione Caterina era una bella ragazza egiziana, istruita nelle arti liberali, per altri, figlia di re. Nel 305 furono indetti ad Alessandria solenni festeggiamenti in onore di Massimino Daia, nominato imperatore romano per l’oriente. Caterina che si era convertita nel frattempo al cristianesimo, si rifiutò di fare sacrifici all’imperatore e di adorare gli dei romani, proclamando di riconoscere solo Gesù Cristo, come salvatore dell’umanità . L’imperatore colpito dalla sua bellezza, convocò un gruppo di studiosi per convincerla a convertirsi. Caterina parlò con i saggi convincendoli a convertirsi a loro volta al cristianesimo, e questo avvenne. L’imperatore condannò allora i saggi e Caterina a morte, tramite tortura su di una ruota dentata. Lo strumento di tortura si ruppe e Caterina così fu decapitata. Secondo la leggenda il corpo di Caterina fu portato dagli angeli sul monte Sinai, dove nel VI secolo, ad opera di Giustiniano ,sorse un monastero che porta il suo nome. La sua festa ricorre il 25 novembre ed é la protettrice della moderna giurisprudenza, e dell’Università di Siena e di Padova.
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Franca Furbatto