Filigrane del Giro d’Italia

A cent’anni dalla nascita di Gino Bartali, il Giro d’Italia passa per la seconda volta a Volpiano: noi tutti ricordiamo Bartali per le vittorie in tre Giri d’Italia e le due nel Tour de France, l’accesa “guerra” con Coppi, due personaggi agli antipodi nello sport e nella vita che hanno diviso l’Italia di allora.

Tuttavia il “toscanaccio” ha un’ultima vittoria che nessuno potrà mai strappargli: l’alloro della sua vittoria più bella l’ha colto quando ormai qui sulla Terra non era rimasto che il vento delle sue volate.

Gino, negli anni della guerra, tra il 1943 e il 1944, si allenava, si allenava e si allenava ancora, percorrendo Firenze – Assisi e Assisi – Firenze in modo quasi maniacale, non un minimo di fantasia: la Toscana è davvero così bella che merita essere vista tutta. Perché limitarsi?

No, Gino sempre Firenze-Assisi e ritorno.

Erano i tempi in cui l’Italia era occupata, il termine esatto per me è questo, dal nostro “alleato” tedesco.

Certamente la noia lo avrà anche sopraffatto qualche volta, penso sia naturale; no, su di lui non ebbe mai effetto alcuno.

Firenze-Assisi e ritorno, poi di nuovo, pedalata dopo pedalata.

Gli saranno passati per la testa mille pensieri durante la monotonia di quel percoso, forse immaginava tattiche o strategie future; oppure riesaminava quelle delle vittorie passate?

Firenze-Assisi e ritorno.

Nella testa di Gino passava un solo pensiero: quello della strada, ma la strada giusta, che ognuno di noi ha da percorrere nella vita.

Firenze-Assisi e ritorno

Ogni tanto qualche pattuglia tedesca lo fermava, ma lui era Gino Bartali (si leggeva nome e cognome, ben visibile sullo stomaco e sulla schiena della maglia che indossava durante questi allenamenti), ma da buon toscano se ne liberava con qualche battuta e riprendeva sempre la strada, quella giusta.

Firenze-Assisi e ritorno

Quella che lui montava non era solo una bicicletta, tubi, manubrio o sella: era una specie di polveriera che poteva farlo “saltare in aria” ad un minimo errore; sì, perchè nei tubi del telaio, nel manubrio, nella sella erano nascosti documenti falsi che, abilmente occultati nella bicicletta, partivavo dall’Arcivescovado di Firenze per arrivare ad Assisi, documenti destinati a Ebrei che, in questo modo riuscirono a salvarsi dalle grinfie naziste.

E Gino, novello Mercurio a pedali … Firenze-Assisi e ritorno

E la strada, quella giusta, lo portò nel 2013 al giardino dei “Giusti tra le nazioni”: quasi un migliaio di ebrei Gli (non è un errore, merita la G maiuscola) devono la loro sopravvivenza.

Lui, Gino Bartali, toscano, gran campione delle due ruote, lui la strada giusta la conosceva.

Dopo un doveroso pensiero al ciclista puro, riprendo il discorso della tappa.

Al passaggio della bufera l’empio cessa di essere,
ma il giusto resterà saldo per sempre. (Proverbi 10:31)

Può sembrare molto strano abbia iniziato un commento alla tredicesima tappa del Giro d’Italia, che ha attraversato il nostro Comune proprio venerdì, con una citazione biblica. Tuttavia il nesso esiste, eccome!

Quella di venerdì non è stata una tappa comune, bensì una tappa in cui si può anche percepire una sottesa celebrazione della dignità umana, fors’anche di avvenimenti o persone poco noti; e per alleviare la fatica di leggermi, lo pubblicherò a puntate.

Fossano – Rivarolo Canavese: poco meno di 160 chilometri ricchi di spunti attorno a questo argomento.

Comincerò da Fossano, dove …

A presto, anzi prestissimo

P.S. Filagrana non ha plurale, ma me lo sono voluto concedere egualmente.

L. Garombo

1 Commento a “Filigrane del Giro d’Italia”

  1. FRANCA scrive:

    Bravo Luciano, che hai ripreso a scrivere. Bell’esordio, con questo articolo, curioso, originale, a tratti misterioso e ricco di aspettativa per i prossimi articoli. Complimenti al nostro cronista sportivo.

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