Conoscete Ernesto Rayper?

Ernesto Rayper - Brughiera Presso Volpiano

Brughiera a Volpiano – 1871, Ernesto Rayper

Passeggiando nei pressi di via Leinì, ho potuto notare una via dedicata a Rayper, pittore, e mi sono ricordata di aver letto questo nome tra i protagonisti della cosidetta “scuola Pittara, o di Rivara” su di un libro dedicato al Canavese.  Più che di scuola si può parlare di un gruppo di amici, accomunati dalla passione per la campagna, per la natura, per l’amicizia e per la pittura all’aria aperta, con qualche anticipo sugli impressionisti francesi. In effetti fu l’unico cenacolo artistico dell’ottocento in Piemonte. Ne facevano parte Pittara Carlo, fondatore e animatore del gruppo; Vittorio Avondo, autentica personalità; Alfredo D’Andrade, portoghese, avviato dal padre al commercio, si dedicò ben presto alla sua grande passione: la pittura; Ernesto Rayper, famoso per i suoi verdi densi e profondi, la delicatezza dei suoi grigi, morbidi e acquosi;  Federico Pasteris, animatore con il suo amico D’Andrade di ogni evento culturale e artistico torinese; Ernesto Bertea, fu uno dei più robusti coloristi piemontesi, quasi un precursore di Delleani, pur ispirandosi alla scuola di Fontanesi; Casimiro Teja, caricaturista, fondatore del giornale umoristico “il Pasquino” a cui si dedicò per quarant’anni, pittore per svago. Il luogo di ritrovo della combriccola era il castello di Rivara, il cui proprietario era il cavalier Carlo Ogliani, cognato di Pittara. Tutte le estati gli amici si ritrovavano per trascorrere piacevoli periodi in compagnia, spaziando per i paesi del Canavese e della Valle d’Aosta. Meta ricorrente delle loro scorribande erano varie località del Canavese, tra cui Volpiano, al termine della Vauda, attrezzati con busta di cuoio sul fianco con lapis e taccuino per gli schizzi rapidi, zaino in spalle con tutto il sacramentale bagaglio del pittore, scarpe chiodate, alte, lunghissimi bastoni ferrati e in capo inverosimili cappelli a piume, pronti a cogliere scorci caratteristici, vedute particolari, corsi d’acqua sui quali si rifletteva la luce del sole. “Con tornar dell’agosto” … la famosa marcia di Rivara, inventata dal Pittara e baldanzosamente cantata da tutti i compagni, imitando ciascuno la voce di uno strumento di banda, gli amici irrompevano festosi nei borghi tranquilli, come annuncio di una giornata lieta, ma anche di studi intensi e condivisi che riuscivano ad unire tutti in un unico modo di vedere la natura, di rappresentare la realtà, anche se fra loro convivevano artisti diversi fra di loro.  La collaborazione e l’amicizia durò vent’anni circa ed ebbe il momento più glorioso nel decennio tra il 1866 e il 1876. Morto Rayper, a soli trentatreanni, la compagnia gradatamente si sciolse per impegni diversi degli artisti. Proprio il nostro Rayper (Genova 1840 – 1873), si era recato in gioventù a Ginevra, colpito come molti altri dal “calamismo” per seguire la scuola del maestro Calame, ma ne era rimasto deluso. Ritornato in patria fu attratto sempre più dall’arte del Fontanesi, per cui quando era ospite a Rivara,  si recava  spesso a  Volpiano, dove il Fontanesi soggiornava, in compagnia di qualche allievo, per ritrarre le brughiere nella vicina Vauda. Dipinse così un’apprezzata acquaforte intitolata appunto “Brughiera a Volpiano”, pubblicata su “L’Arte in Italia” nel 1871. Divenne molto esperto in questa tecnica, ne sono testimonianza le splendide acqueforti pubblicate nei cinque anni successivi sempre su tale rivista internazionale, prodotta a Torino. Fu incisore e pittore, fondatore della scuola “grigio Liguria”, frequentatore della scuola toscana dei  macchiaioli, godette l’amicizia e la stima di Telemaco Signorini. Morì purtroppo giovanissimo per un cancro alla lingua, pianto dagli amici e artisti non solo piemontesi. Nel suo necrologio Tammar Luxoro, maestro e amico, scrisse di lui: “Il fare del Rayper era facile, elegante, il disegno pensato, il colorito robusto e vivace, pridiligeva i soggetti interessanti per la linea, la gaiezza della scena, i fiori dei prati, la natura allegra: era proprio il pittore che dipingeva sè stesso.”  Avete capito perchè Volpiano ha voluto rendergli omaggio, dedicandogli una via?

Si impara sempre qualcosa in più ogni giorno, basta mantenere le antenne alzate, gli occhi sgranati e la curiosità dei fanciulli, per cogliere i tanti spunti che la vita, le persone, i fatti, la cronaca, un libro ti possono offrire.

A proposito sarebbe bello sapere dove Fontanesi soggiornava, quando veniva a Volpiano, magari in uno degli Alberghi presenti in paese, oppure ospite di qualche Signore del posto…. Mi riprometto di cercare qualche risposta. Se avete notizie o suggerimenti sono ben accetti.

Franca Furbatto

1 Commento a “Conoscete Ernesto Rayper?”

  1. gaspara scrive:

    non so dove stava Fontanesi ma so che una copia della Brughiera è nientepopodimeno che al British!

    sarebbe bello che ci informassimo di più su quanti hanno una via a loro dedicata, specie sui meno noti, brava Franca!

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